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Comunicato stampa

Manovra tariffaria elettrica 2004-2007: prezzi in discesa per i consumatori ma anche maggiori risorse per gli investimenti.

Obblighi più stringenti alle imprese per migliorare e uniformare la qualità del servizio su tutto il territorio nazionale.

Milano, 31 January 2004

L'Autorità per l'energia elettrica e il gas ha deliberato le tariffe per i

servizi di trasmissione, distribuzione e vendita dell'elettricità e le regole

per la qualità del servizio per il periodo 2004-2007, ed ha avviato una

indagine conoscitiva sui costi di allacciamento dei clienti alle reti e sulle

variazioni di potenza impegnata. Le delibere sono disponibili sul sito

www.autorita.energia.it

La manovra tariffaria correla i costi del servizio con la qualità erogata, e

definisce i livelli minimi garantiti delle prestazioni corrispondenti alla spesa

sostenuta dai consumatori e si è posta l'obiettivo di stabilire livelli

tariffari, vantaggiosi per i consumatori, che riflettono i reali costi del

servizio reso, salvaguardando la capacità di investimento delle imprese. La

salvaguardia degli investimenti dovrà riflettersi nell'aumento della sicurezza

del sistema, nel miglioramento ulteriore della qualità e la promozione dell'uso

razionale dell'energia.

Tariffe: la manovra tariffaria riguarda le attività di trasmissione

(rete nazionale in altissima e alta tensione), distribuzione (reti locali in

alta, media e bassa tensione), misura (gestione dei contatori) e vendita

(inclusa la fatturazione) e stabilisce gli importi corrisposti dai consumatori

attraverso le bollette per i costi sostenuti dalle imprese che forniscono il

servizio. Tali costi rappresentano circa un quarto della tariffa totale pagata

dai consumatori, che è composta anche dai costi per i combustibili utilizzati

nella produzione dell'elettricità (aggiornati ogni tre mesi in base

all'andamento dei prezzi internazionali), dai costi fissi di generazione e dagli

oneri generali.

La manovra determina per il 2004 una riduzione della componente tariffaria

relativa a trasmissione, distribuzione, misura e vendita pari al 3,4%, che

equivale a circa il 6% in termini reali tenendo conto dell'inflazione

dell'ultimo anno. La manovra avrebbe comportato riduzioni più significative di

tale componente tariffaria (circa il 4,6%) se non fosse stato necessario

destinare risorse agli interventi che hanno portato a miglioramenti di qualità

realizzati nel 2003. L'effetto sulla tariffa totale, comprensiva delle altre

componenti relative al costo del combustibile, ai costi fissi di distribuzione

ed agli altri oneri, è pari ad una riduzione di circa 1% per il 2004.

Nell'intero periodo 2004-2007, la manovra (supponendo stabili i costi di

combustibile e gli altri oneri) produrrà in termini reali una riduzione della

componente tariffaria relativa a trasmissione, distribuzione, misura e vendita

pari a circa il 13%.

I costi delle attività oggetto della manovra sono tra i più bassi in

Europa, anche se le tariffe totali risultano tra le più alte, soprattutto a

causa dei combustibili utilizzati per la produzione di elettricità. L'Autorità

ritiene che, nonostante la riduzione, i livelli tariffari decisi siano

compatibili con i significativi investimenti necessari per lo sviluppo e la

manutenzione delle reti.

La riduzione tariffaria del primo anno è determinata anche dall'equa

ripartizione tra imprese e consumatori (in termini di riduzioni tariffarie) dei

maggiori ricavi conseguiti dalle imprese negli scorsi quattro anni per i

recuperi di efficienza nello svolgimento del servizio (conseguimento di costi

minori rispetto a quanto rimborsato in tariffa). La discesa della tariffa è

stata anche resa possibile dall'aumento dei volumi di elettricità venduta, su

cui si ripartiscono i costi fissi di trasmissione e distribuzione.

Le riduzioni degli anni seguenti al 2004 saranno determinate dal meccanismo

del price cap (calcolato al netto dell'inflazione): la diminuzione annua

prefissata dei costi operativi (personale e servizi esterni) e degli

ammortamenti riconosciuti in tariffa è stata decisa al 2,5% per l'attività di

trasmissione e al 3,5% per quella di distribuzione. Ciò tenuto conto dei

recuperi di efficienza fatti registrare dalle imprese nel primo periodo di

regolazione, delle variazioni nel livello dei costi delle imprese derivante dal

rinnovo del contratto di lavoro, nonché degli obiettivi di miglioramento della

qualità fissati dall'Autorità.

A differenza del metodo di calcolo delle tariffe in vigore negli scorsi

quattro anni, basato sui valori delle reti e sugli ammortamenti annuali

dichiarati dalle imprese e ricavati dai bilanci civilistici, il metodo che entra

ora in vigore fa riferimento al costo storico delle infrastrutture rivalutato

anno per anno. Il valore della vita utile delle reti, preso a riferimento per la

manovra tariffaria, è stato incrementato per adeguarlo alla realtà tecnica

delle infrastrutture, in linea con quanto prevalentemente fatto in Europa. Ciò

ha determinato minori costi annuali riconosciuti per gli ammortamenti, ridotti

coerentemente all'allungamento nel tempo della loro corresponsione. Il minore

riconoscimento dei costi per gli ammortamenti nei prossimi quattro anni ha

contribuito a ridurre le tariffe a vantaggio dei consumatori. Ad avviso

dell'Autorità tale metodologia, già applicata negli scorsi anni al settore del

gas, rende il sistema tariffario oltre che più aderente alla realtà

industriale del servizio, anche più stabile perché meno influenzabile dalle

strategie economico-finanziarie delle imprese.

La manovra tariffaria attribuisce alla rete di trasmissione nazionale un

valore di circa 5.200 milioni di euro; il valore attribuito alle reti di

distribuzione locali di tutti gli operatori è di circa 23.000 milioni di euro

compresi i contatori.

Anche in esito al processo di consultazione sul documento di proposte diffuso

il 13 gennaio, e alle audizioni di tutti i soggetti interessati, il rendimento

dei valori riconosciuti di capitale è stato fissato al limite inferiore delle

proposte contenute nel documento per la consultazione, pari al 6,8% per le reti

di distribuzione e al 6,7% per la rete di trasmissione. Un ulteriore rendimento

del 2% è stato previsto per gli investimenti sulle reti di trasmissione

nazionale, essenziali per la sicurezza del sistema elettrico, previa puntuale

verifica annuale che sarà svolta dall'Autorità.

Come già accennato, l'aumento di questi valori, necessari per fornire alle

imprese capitali adeguati alle esigenze di investimento sulle reti emerse anche

in occasione dei recenti disservizi, è stato bilanciato dalla riduzione della

spesa per ammortamenti che permette una significativa riduzione dei costi

sopportati dai consumatori di elettricità, considerato che anche

nell'esperienza internazionale nel secondo periodo regolatorio, rispetto al

primo, si evidenziano minori inefficienze da recuperare nell'attività delle

imprese.

Nella nuova manovra tariffaria è prevista l'introduzione di meccanismi di

perequazione finalizzati a riconoscere le specificità delle diverse imprese di

distribuzione che operano sul territorio nazionale. I meccanismi sono in parte

basati su analisi di costi parametrici e in parte su analisi specifiche che

saranno condotte dall'Autorità impresa per impresa. Tali meccanismi

consentiranno di riconoscere le specificità dei costi sostenuti dalle imprese,

ad esempio legati alla congestione dei centri metropolitani.

All'interno della manovra tariffaria è anche regolata la vendita alle

imprese distributrici dell'energia elettrica destinata al mercato vincolato,

approvvigionata dall'Acquirente Unico, operativo da inizio d'anno. Tale nuova

disciplina entrerà in vigore quando sarà operativa la borsa dell'elettricità;

il nuovo sistema dovrebbe consentire nuove opportunità e migliori condizioni

economiche per i consumatori di energia elettrica che ancora non hanno la

possibilità di scegliersi il fornitore.

Per quanto riguarda le spese per gli allacciamenti alle reti e le variazioni

di potenza, la manovra tariffaria prevede una riduzione immediata del 3,7% e

l'applicazione di un price cap del 3,5%. L'Autorità ha inoltre avviato una

indagine conoscitiva specifica sui costi sostenuti dalle imprese in vista di una

riforma complessiva della regolazione di questa parte del servizio.

Qualità del servizio: le nuova regolazione della qualità dei servizi

elettrici riguarda sia la riduzione delle interruzioni sulle reti locali (da non

confondere con i black-out che si verificano sulla rete nazionale) sia i

rapporti commerciali tra i consumatori e le imprese che forniscono il servizio.

Per il primo aspetto, anche se negli ultimi anni sono stati ottenuti ottimi

risultati, con una riduzione media dei minuti di interruzione per cliente finale

di -43% rispetto al 1999, la continuità del servizio appare ancora

insufficiente nel confronto con i maggiori Paesi europei. Per tale motivo è

stata modificata la strategia degli anni passati, che aveva come obiettivo un

miglioramento generalizzato in tutte le aree del Paese, puntando ad accelerare

al massimo il miglioramento delle aree dove il servizio è peggiore. L'obiettivo

è la convergenza delle diverse zone del Paese verso tre soli livelli di

qualità (differenziati per le aree ad alta, media e bassa densità abitativa),

che dovranno essere raggiunti entro un arco di tempo orientativo di 12 anni (tre

periodi regolatori).

Negli anni 2004-2007 i minuti di interruzione per cliente dovranno ridursi di

un ulteriore 27%, senza aggravio sulle bollette stabilite con la manovra

tariffaria, con un miglioramento sensibilmente più forte nelle zone peggio

servite. In aggiunta a questo, sono introdotti incentivi per i miglioramenti

aggiuntivi di continuità e penalità per il mancato raggiungimento degli

obiettivi assegnati. Incentivi e penalità sono calcolati in modo da tener conto

della disponibilità a pagare (willingness to pay) dei clienti finali per il

miglioramento della continuità, che é più forte laddove la qualità é

peggiore. L'insieme del meccanismo dovrebbe spingere le imprese ad impegnarsi di

più nelle aree dove le interruzioni sono maggiori della media nazionale.

Anche per i clienti di maggiori dimensioni (medie e grandi imprese), il

provvedimento persegue lo scopo di stimolare le imprese distributrici ad

effettuare investimenti finalizzati alla riduzione del numero di interruzioni,

particolarmente là dove le interruzioni sono ancora troppo numerose. Il sistema

decorrerà dal 2006, per i clienti serviti in alta tensione e per i clienti in

media tensione con potenza superiore a 500 kW, e sarà progressivamente esteso

agli altri clienti in media tensione. Le imprese distributrici saranno soggette

a penalità in caso di superamento del numero massimo di interruzioni previsto

dai nuovi standard, rispettivamente di 3, 4 e 5 interruzioni all'anno per le

zone con elevata, media e bassa densità abitativa.

Il gettito delle penalità sarà destinato ai clienti "peggio

serviti" che riceveranno un indennizzo, con modalità che saranno precisate

nel corso dell'anno, a seguito di una specifica consultazione orientata a

individuare modalità per eliminare le controversie e per promuovere

l'adeguamento degli impianti dei clienti per evitare che interruzioni originate

nei luoghi di consumo si propaghino nella rete disturbando altri clienti.

I clienti di maggiori dimensioni e con esigenze particolari potranno altresì

sottoscrivere con il loro distributore dei "contratti per la

qualità", concordando, a fronte del pagamento di un apposito

corrispettivo, sia i livelli di qualità garantiti che gli indennizzi in caso di

fornitura del servizio con livelli peggiori di quelli fissati in contratto.

Per la qualità commerciale dei servizi di distribuzione, misura (lettura dei

contatori) e vendita dell'energia elettrica, l'Autorità conferma l'utilizzo di

standard specifici (garantiti al singolo cliente) e generali (garantiti in media

al complesso dei clienti) per le principali prestazioni, come la preventivazione,

gli allacciamenti, le attivazioni, ecc. In caso di violazione degli standard

specifici, con tempi di intervento superiori (ritardi negli appuntamenti etc.)

sono previsti indennizzi automatici a favore dei consumatori.

I nuovi standard per il periodo 2004-2007 confermano e semplificano quelli

introdotti nel 2000, che hanno portato al pagamento nel 2002 di oltre 50.000

indennizzi automatici a clienti per i quali non erano stati rispettati i tempi

massimi ammessi per le diverse prestazioni (contro le poche decine di indennizzi

pagati ai clienti negli anni precedenti all'introduzione della regolazione

dell'Autorità).

Da luglio 2004 saranno introdotti due nuovi standard specifici relativi al

tempo massimo di ripristino dei guasti originati sui contatori, con tempi

obbligatori di intervento dalla chiamata non superiori a 3 ore per le richieste

diurne e a 4 ore per quelle notturne. Verrà inoltre avviato, con la stessa

decorrenza, il monitoraggio dei livelli di qualità del servizio e dei tempi di

attesa ai call-centers telefonici per le attività di vendita delle principali

imprese fornitrici, in modo da mettere sotto osservazione il funzionamento di

questo aspetto fondamentale del servizio reso alla clientela.