Comunicato stampa
L'Autorità fissa nuovi prezzi di cessione per l'energia prodotta da impianti minidroelettrici
Milano, 11 gennaio 1999
L'Autorità per l'energia elettrica e il gas ha modificato il
sistema dei prezzi di cessione delle eccedenze di energia elettrica all'Enel
dagli impianti ad acqua fluente che sfruttano i piccoli corsi montani ed i
canali di pianura. Il provvedimento, in vigore dall'1 gennaio di quest'anno,
riguarda tutti gli impianti idroelettrici con potenza fino a 3000 kW per i quali
è scaduta la convenzione di cessione di energia a prezzi incentivati e quelli
per cui non sono più previsti incentivi.
Il provvedimento dell'Autorità colloca i nuovi prezzi di
cessione in una linea mediana tra quelli incentivati di cui tali impianti hanno
goduto, sia pure in misura variabile, e i prezzi delle eccedenze fissati
nell'ottobre del 1997. Il termine eccedenze, nella legislazione di settore,
identifica tutta l'energia elettrica ceduta all'Enel, indipendentemente che si
tratti di cessione totale, come nel caso del "mini-idro", o parziale,
in presenza di autoconsumo. A seguito di una indagine diretta, i prezzi delle
eccedenze sono risultati insufficienti a remunerare i maggiori costi unitari di
produzione degli impianti idroelettrici piccoli e piccolissimi.
Con questo intervento speciale l'Autorità riconosce e
salvaguarda l'alto valore ambientale della produzione "mini-idro"
entro il generale criterio di efficienza e economicità cui ispira la propria
azione. I nuovi prezzi potranno essere rivisti nel prossimo futuro, quando il
mercato liberalizzato e le nuove regole di promozione delle fonti rinnovabili
meglio definiranno il valore della produzione di questa tipologia di impianti.
Sebbene gli impianti "mini-idro" rappresentino solo
una piccola frazione della produzione idroelettrica nazionale, nel loro insieme
costituiscono una significativa realtà economica locale e riguardano diverse
centinaia di produttori, in gran parte privati. La produzione media annua è di
1.1 miliardi di kWh e l'occupazione, diretta ed indiretta, è stimata in molte
centinaia di addetti.
I nuovi prezzi di cessione sono differenziati per dimensione
degli impianti, per entità e durata degli incentivi eventualmente già
percepiti. Sono stati individuati cinque scaglioni di potenza (fino a 220 kW, da
221 a 500, da 501 a 1000, da 1001 a 2000, da 2001 a 3000 kW) e tre classi di
impianti (prima: quelli completamente ammortizzati per i quali i costi
riconosciuti dall'Autorità si riferiscono ai soli costi operativi di esercizio
degli impianti; seconda: gli impianti che hanno fruito di incentivazioni e per i
quali i costi riconosciuti comprendono sia i costi di esercizio, sia i costi di
impianto; terza: gli impianti più recenti che non hanno usufruito di
incentivazioni).
A titolo di esempio, un impianto di potenza inferiore a 220
kW che venisse costruito oggi avrebbe un costo unitario di produzione molto
elevato e non godrebbe di alcun incentivo. A tale impianto, invece delle 55,9
lire per kWh previsto per le eccedenze, il provvedimento dell'Autorità
riconosce 147 lire, sia nelle ore di punta, sia nelle ore vuote. Tale prezzo
scende progressivamente in funzione delle dimensioni degli impianti e della
durata dei periodi di incentivazione.
I nuovi prezzi di cessione decisi dall'Autorità non
comportano aumenti per gli utenti, perché l'aumento rispetto ai prezzi delle
eccedenze è compensato dalla progressiva scomparsa delle incentivazioni.