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Atti e documenti

Monitoraggio Retail - Dinamiche concorrenziali

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clienti domestici

 

Non trovano conferma nel 2022 i segnali di leggero miglioramento del grado di concorrenzialità della vendita ai clienti domestici evidenziati tra il 2016 al 2021. Nel 2022 gli indici HHI aumentano sia in termini di energia fornita che punti serviti a oltre 2.400. Superano pertanto la soglia di 2.000, considerata come rappresentativa di mercati caratterizzati da criticità a livello concorrenziale. Tale aspetto di potenziale criticità va monitorato nei prossimi anni, al fine di valutarne l'evoluzione e i possibili impatti sulla dinamica concorrenziale e capire se i limiti all'azione concorrenziale delle imprese di minori dimensioni possano essere legati anche agli impatti della congiuntura di elevata volatilità ed elevati livelli dei prezzi all'ingrosso sulla sostenibilità finanziaria di tali imprese. In particolare, l'analisi della struttura dell'offerta mostra che nel 2022:

  • i livelli di concentrazione sono elevati. I primi tre operatori servono complessivamente una quota rilevante del mercato libero, pari al 63,4% in termini di energia (+2,7 p.p.) e al 63,8% in termini di punti (+2,2 p.p.). Più nello specifico, solo il primo operatore serve il 46,7% dell'energia fornita nel mercato libero e il 46,8% dei relativi punti;
  • ne consegue che anche l'incremento degli indici di concentrazione è principalmente legato all‘incremento delle quote di mercato libero del primo operatore. Nel 2022 questo aumenta di +2,9 p.p. la quota in termini di energia e di +2,4 p.p. quella in termini di punti serviti, il secondo aumenta di +0,1 p.p. quella in termini di energia e mantiene stabile la quota in termini di punti serviti. Il terzo operatore, invece, le riduce entrambe di -0,3 p.p.;
  • gli operatori medio-grandi (con quote tra 2% e 5%) accrescono la quota di mercato libero complessiva a 15,6% (+0,6 p.p.). I gruppi societari di dimensioni piccole e medio-piccole (con quote al di sotto del 2%) coprono complessivamente il 25,5% del mercato libero (-3,5 p.p.). Coerentemente con l'incremento del livello di concentrazione, nel 2022, gli operatori di minori dimensioni subiscono la pressione concorrenziale complessivamente esercitata dai venditori di dimensioni grandi e medio-grandi;
  • la riduzione del peso dei piccoli operatori (con quota inferiore allo 0,5%) è associata all'entrata di nuovi operatori in tale segmento, determinando una maggiore frammentazione di tale cluster. In termini relativi, la quota di energia mediamente fornita all'interno del cluster dei piccoli gruppi societari diminuisce nell'ultimo anno. Si restringe anche la base di clienti servita in media degli operatori con meno di 50.000 clienti.

 

 

vedi anche ➡ Quote di mercato per cluster di venditori e Ampiezza della base clienti nel mercato libero dei piccoli venditori

Nel 2022, si approvvigiona nel mercato libero in media il 64,9% dei clienti domestici (a dicembre dello stesso anno il 67,7%), prelevando il 68,9% dell'energia complessivamente fornita ai clienti di detta tipologia.

 

 

 

Il tasso di uscita dal servizio di Maggior tutela, pari 6,5%, è il livello più alto raggiunto dal 2012 (+2,1 p.p. rispetto al 2021). Pochi clienti rientrano in tutela. Il tasso di rientro è pari allo 0,5%. In altri termini, per ogni 14 clienti domestici che escono dalla Maggior tutela ne rientra uno soltanto.

 

Da ultimo, il vantaggio competitivo in capo agli esercenti del servizio di Maggior tutela permane a livelli elevati. Nel 2022, il 59,8% dei clienti domestici che passano al libero mercato sulle reti del campione del monitoraggio retail (con oltre 50.000 punti) sceglie come fornitore il venditore collegato all'impresa di distribuzione (+0,7 p.p.). Sulle reti di minori dimensioni, con meno di 50.000 punti, il 56,5% delle uscite dalla maggior tutela è avvenuto verso il venditore collegato al distributore (-4,0 p.p.).

 

 

La dinamicità continua ad essere meno accentuata di quella della clientela altri usi in BT e in MT ma risulta in aumento rispetto al passato. In particolare, nel 2022 il 19,4% ha cambiato fornitore (+2,3 p.p.), di cui 12,4% nel solo mercato libero. Inoltre, il 11,7% ha rinegoziato il contratto col proprio venditore (massimi storici, +4,2 p.p. rispetto al 2021). Tale risultato va comunque valutato alla luce delle dinamiche correlate agli eventi pandemici e della situazione congiunturale di elevati prezzi all'ingrosso iniziata nella seconda metà del 2021.