Comunicato stampa
Iniziative dell'Autorità per il contenimento dei prezzi del gas
Segnalazione a Parlamento e Governo ed appello al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar Lombardia di annullamento della deliberazione n. 248/04
Milano, 8 settembre 2005
L'Autorità per l'energia elettrica e il gas ha deciso di proporre appello
innanzi al Consiglio di Stato avverso la sentenza del Tar Lombardia che ha
annullato la deliberazione dell'Autorità n. 248/04. Tale deliberazione
modificava il precedente meccanismo di indicizzazione della componente "materia
prima gas", integrando la formula di aggiornamento trimestrale in modo da
attenuare l'incidenza delle quotazioni dei prodotti petroliferi sui prezzi di
riferimento del gas per i clienti finali.
La conferma di quanto disposto dall'Autorità risulterebbe di particolare
importanza anche alla luce della grave congiuntura internazionale che sta
riguardando i prezzi del petrolio.
In considerazione del fatto che le motivazioni della sentenza del Tar mettono
tra l'altro in discussione i poteri di regolazione dell'Autorità, è stato anche
deciso l'invio di una segnalazione al Parlamento ed al Governo con la quale:
- si auspica un intervento ad adiuvandum del Governo stesso nel procedimento di appello;
- si rappresenta l'opportunità di un parallelo intervento, legislativo e di carattere cautelativo, volto a ribadire che la recente legge di riordino del sistema energetico (l. 239/04) non ha limitato i poteri di regolazione dell'Autorità.
Il documento è
disponibile sul sito www.autorita.energia.it.
In particolare l'Autorità intende contestare il presupposto della sentenza del
Tar secondo cui le attività di produzione, importazione, esportazione,
stoccaggio non in sotterraneo, acquisto e vendita di energia ai clienti idonei,
nonché di trasformazione delle materie fonti di energia, sarebbero sottratte
alla regolazione, in quanto pienamente liberalizzate.
Il consolidamento della interpretazione sostenuta dal Tar provocherebbe notevoli
danni ai clienti finali, anche in considerazione del fatto che non si è ancora
concluso il processo per una effettiva concorrenza, a vantaggio dei consumatori,
nell'esercizio delle attività liberalizzate.